lunedì 14 febbraio 2011

Il caso di Ruby Montesi

Probabilmente pochi ricorderanno il caso Wilma Montesi. Si tratta di una di quelle storie che potrebbe apparire solo come un triste caso di cronaca che non ha ancora un colpevole. Al di là della morte di Wilma Montesi è interessante notare tutti gli avvenimenti collegati alla ricerca del colpevole del suo omicidio perchè si tratta, fondamentalmente, del primo caso italiano in cui alcune figure della politica vengono investite da uno scandalo che riguarda festini a base di sesso.


Ricordiamo per un attimo la storia: la giovane Wilma viene trovata su una spiaggia romana, sul bagnasciuga, senza vita. L'autopsia dirà che è deceduta per annegamento. Il controverso processo chiarirà che la ragazza, probabilmente, si è sentita male da qualche parte, le persone che erano con lei si sono spaventate e l'hanno portata in spiaggia, sulla riva, sperando che l'acqua si prendesse il corpo. Ma Wilma era ancora viva, anche se svenuta, e stare con la faccia in quei pochi centimetri di mare le ha fatto respirare acqua e sabbia, uccidendola. E fin qui sembra una triste storia normale. Ma il caso, sia giornalistico che politico, è nato quando si è cercato di capire dove si trovava Wilma quando si è sentita male. è in quel momento, infatti, che per voce di alcuni testimoni si è cominciato a parlare di festini a base di droga e sesso, cui partecipavano persone che occupavano poltrone importanti, ed a cui anche la sfortunata ragazza vi partecipasse. Che ciò fosse vero oppure no, l'inchesta arrivò a coinvolgere Piero Piccioni, figlio di uno dei massimi esponenti della Democrazia Cristiana, sostenendo che anche lui avesse partecipato a quella festa in cui Wilma perse la vita. Solo sulla base di questo sospetto, senza che vi fossero vere prove, il padre di Piero fu costretto ad andarsene dalla DC. Tornando ad oggi, invece, quando possediamo anche le prove dell'esistenza di festini a base di sesso cui partecipava nientemeno che il presidente del consiglio dei ministri, non succede nulla. Perchè? La verità è che ci siamo assuefatti. La cultura trasmessa dalla televisione ci ha abituati al culto della persona, e la storia ci insegna che quando qualcuno viene venerato come un dio gli viene permesso tutto. Ma non è questo il problema. La cosa più preoccupante non è la mancanza di morale, bensì tutto il resto: dalle indagini emerge una tragedia (o una commedia degli orrori) in cui il presidente del consiglio è ricattato da un insieme di persone. Berlusconi è una vittima più o meno consapevole dell'intera situazione. Vittima della mentalità trasmessa delle sue stesse emittenti. Quella mentalità ha portato le ragazze coinvolte nello scandalo ad essere disposte a tutto per ottenere denaro o per farsi pubblicità: per questo motivo si sono prontamente lasciate andare a dichiarazioni, subito dopo lo scoppio del caso. La situazione aveva presentato loro una inaspettata vetrina per mettersi in mostra. Il problema è che un premier (che già sembra essere sceso in politica per salvarsi dai guai giudiziari) che viene ricattato da altre persone non può essere in grado di occuparsi del Paese. Se non fosse così preoccupante, questo contrasto tra l'uomo che possiede tutto e quello che viene controllato da un sacco di altre persone, sarebbe quasi comico. Se fosse capitato ad un altro paese ci saremmo fatti quattro risate. Il fatto è che questa situazione è un po' come la diarrea: è divertentissima, quando capita a qualcun altro.

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